1907-2007 Un Mondo Una Promessa

All’arrembaggio

Febbraio 5th, 2005 Posted in Dal reparto

Ci si arrampicaUna versione “fantasy” della memorabile uscita capi e vice a cura di Peppe R.

Le zone dell’altopiano ibleo sono caratterizzate da luoghi davvero impervi come la jungla del Bengala. Una di queste terribili zone è chiamata La Cava dell’Ispica, nome assai pauroso ed oscuro. E proprio il gruppo Modica 2, formato da CSq e VCSq si è trovato ad affrontare quella cava.
Era un sabato pomeriggio di una fredda giornata di gennaio e gli scouts del Greenpeace evevano appena lasciato la chiesa di S.Elena per fare un giro d’esplorazione nei sobborghi della cittadina siciliana.
Il compito della lettura della cartina topografica spettava al CSq delle pantere Vincenzo F detto “il sughero” per la sua stazza. Forse per colpa del freddo e per il buio che stava prendendo piede a quell’ora il sughero, tra un battito cardiaco e un altro disse:”Ci siamo persi”! In effetti quelle zone stavano diventando sempre più tenebrose e disposti in fila indiana nessuno fiatava. Ci si faceva strada con le torce e tutto sembrava la sceneggiatura di un film d’orrore.
Trovarono riparo presso un casato nascosto tra la fitta vegetazione. Entrando si accorsero che, al contrario delle aspettative, tutto era pulito e ordinato, c’era la luce elettrica, una stufa e quant’altro per non morire assiderati.
Dopo aver preso coscienza di ciò che stava accadendo, consumarono la cena e colsero l’occasione per fare una chiacchierata. Si parlò del campo estivo e tutto ciò che lo riguardava per deciderne i dettagli, ma l’argomento principale fu:”Cos’è per te sognare”.
Si discusse per un po’ e poi i ragazzi furono lasciati liberi d’addormentarsi pensando alla serata d’apprima terribile poi piacevole.
L’indomani nessuno osava mettere il naso fuori dalla porta tanto il freddo, ma gli scouts non si lasciano fermare da niente disse il Capo Reparto Dario F detto “Mr so tutto io e poi non so niente”e zaini in spalla e tutti in marcia verso il “mondo civilizzato”.
Si addentrarono nei meandri della cava e la flora si faceva sempre più fitta ma a rincuorare i nostri eroi c’era il sole caldo e splendente come non mai. Cercarono scorciatoie arrampicandosi di qua e di la, fra le pareti ripide del posto.
Ma niente, fu solo tempo perso. Continuarono a marciare per tre ore fino a quando finalmente intravidero una casa e, con molta felicità, chiesero informazioni per la giusta via.
Imboccata la strada per casa si lasciarono alle spalle quella tremenda ma avventurosa esperienza che li segnerà per sempre, sperando che “il sughero” impari a leggere la cartina.
Peppe