1907-2007 Un Mondo Una Promessa

Intervista a Romano Forleo

Aprile 6th, 2008 Posted in Dal reparto

In occasione del convegno “La validità di un metodo educativo che compie 100 anni” tenutosi a Modica il 17 Novembre 2007, è intervenuto il Dott. Romano Forleo, ex-capo dell’AGESCI, tra i protagonisti della nascita dell’associazione ai tempi della fusione tra ASCI e AGI.

In quell’occasione Orazio, per il suo brevetto di Animazione Internazionale, gli ha rivolto un’intervista per meglio conoscere alcuni aspetti dello scautismo internazionale e anche più in generale.

O. Lo scoutismo italiano è andato avanti incontrando varie difficoltà come ad esempio il “FASCISMO” nei primi anni della sua formazione. Infatti lo scoutismo in quegli anni era proibito, però grazie anche alle Aquile Randagie oggi noi siamo qui a celebrare i 100 anni mondiali.

R.F. Lo scoutismo nasce in Italia nel 1912 prima nasce quello “laico” poi l’associazione Cattolica che sono federati insieme. Lo scoutismo è un movimento internazionale ed interconfessionale, venne abolito dal Fascismo nel 1927; per riprendere quando l’Italia fu liberata dal movimento fascista. Così si ha un movimento scout separato maschile e femminile fino al 1947 quando le due associazioni ASCI e AGI si fondono insieme per formare AGESCI(associazione guide e scout cattolici italiani).

Per il futuro penso che bisognerà rafforzare i rapporti con lo scoutismo laico nella fede italiana scout “FIS” perché la fraternità scout è fatta effettivamente di colloqui fra persone appartenenti a diverse fedi e diverse nazioni in tutto il mondo. Io credo che lo scoutismo prenderà sempre di più l’aspetto internazionale e avrà alla sua base essenzialmente questa fraternità mondiale e questa voglia di pace, così presente in tutti gli scout del mondo è questa l’unica associazione che veramente riesce a superare difficoltà; al Jamboree ultimamente la Moschea era vicino alla Sinagoga e quindi questo verrà potenziato nello scautismo italiano in modo da preparare questa fraternità e questa  pace fra i popoli del mondo.

La 2° cosa dello scoutismo è l’attenzione al più debole: infatti questo pensiero è riportato nel nostro saluto dove il dito pollice va in aiuto del mignolo nel simbolo il più forte che protegge il più piccolo. Questo è uno scopo fondamentale dello scoutismo, che diventerà d’esempio a tutti i popoli del mondo nell’ aiutare i poveri perché nel mondo c’è ancora tanta fame, tanta ingiustizia, tanta povertà per cui bisognerà lavorare per queste persone; questo senso di internazionalità, questa necessità di guardare ai poveri del mondo caratterizza lo scoutismo in tutte le nazioni.

O Come pensa che continuerà il movimento “scout” negli anni a venire?

R.F. Insomma questo è un fenomeno europeo e anche italiano, lo scoutismo nel mondo allora era un piccolo movimento di 3 o 4 milioni di persone, negli anni prima della guerra, invece adesso di 48 milioni.

Lo scoutismo mondiale è più interessato allo sviluppo del sud-America e dell’Africa; per ora la grande diffusione che sta avendo lo scoutismo è nei paesi del nord-est europeo, lo scoutismo è importante in Polonia dove era stato in parte represso e in parte trasformato in un movimento politico, durante il regime comunista, e adesso invece è un movimento che sta prendendo molto spazio, infatti è un movimento scout molto vaglio, molto serio, che prende molti ragazzi; poi la frontiera o il futuro del movimento scout è l’ASIA.

O. Gli scouts e i ragazzi italiani di quei tempi sono diversi da quelli di oggi. Infatti tempo fa per indossare la divisa si dava la vita; cioè, perché i ragazzi di oggi non si interessano più come una volta?

R.F.  Sì fortunatamente, nel senso che, 100 anni sono molti. I cambiamenti sono stati tanti il fatto che abbia resistito è perché ci sono stati molti cambiamenti, ad esempio, alcune cose formali sono diverse da quelle che ha vissuto anche la mia generazione, che non è ovviamente 100 anni fa.

I cambiamenti sono molti anche nel concetto di sq., però è sempre un’educazione attraverso il gioco, l’avventura e la vita all’aperto con tecniche diverse rispetto al passato.

Dovremmo rivedere i confini dell’età come sta facendo un po’ tutto il mondo, infatti, stanno creando il movimento dei prelupetti che si chiamano “Castorini” con un’educazione prettamente affettiva dai 5 ai 7 anni.

O. Che consigli può darci a noi scouts che ci affacciamo ora in questo mondo?

R.F.  Il consiglio maggiore è quello che diceva B.-P.: ”Guida solo la tua canoa” abituarsi alla libertà non dipendere troppo dalla società dei consumi, portare avanti quello che è tipico dello scoutismo cioè la semplicità di vita, e orientarsi con maggiore intenzionalità al servizio altri.

Diciamo le caratteristiche fondamentali dello scautismo: vivere per gli altri abituarsi al rispetto della natura e saperla anche gustare. Poi rinunciare a questa mentalità consumistica dell’usa e getta, e stare meno davanti alla TV.

SULLO SCOUTISMO INTERNAZIONALE

O. Robert Baden Powell meglio conosciuto come B.-P. ha lanciato l’attuale movimento che quest’anno fa 100 anni; i principi “scouts” lasciati da B.-P. sono uguali per tutti gli scouts del mondo?

 

R.F.  Sì i principi sono gli stessi, la legge è un pochino diversa alcune persone hanno attenuato degli articoli altri hanno potenziato articoli diversi però la mentalità è la stessa il JAMBOREE ultimamente ci ha fatto notare che lo scautismo è molto simile in tutti i popoli infatti non c’era differenza fra uno scout arabo e uno scout cinese o fra uno scout nord-americano e uno scout africano.

Non è un’illusione o un desiderio, lo scoutismo è un’educazione alla liberta, all’autodeterminazione, alla visione critica del mondo. In questa possibilità di liberta di costruire se stessi di guidare da soli la propria canoa come diceva B.-P., è fondamentale in società che invece vorrebbero imporre dall’alto chi ha il bisogno e altre cose.

O. Lo scoutismo praticato in Italia è uguale a quello del resto del mondo, o ci sono differenze?

R.F.  Solo differenze organizzative: ad esempio l’età, infatti a 15 anni si fa parte degli esplorer.

La grande linea che usa oggi il mondo infatti:

 

  • la BRANCA L/C che finisce sui 10-11 anni;
  • il REPARTO E/G invece dagli 11 ai 14 anni, simile al nostro solo con sq. più orizzontali delle nostre (cioè sq. dove tutti i ragazzi sono allo stesso piano non ci sono ruoli come capo, vice ecc…);
  • gli ESPLORER dagli 14 ai 17 anni;
  • una specie di BRANCA ROVER E SCOLTE che va dagli 18 ai 25 anni, a differenza di noi che dura fino ai 21, perché c’è questo concetto di capi che non c’è quasi da nessuna altra parte del mondo; infatti dopo i 21 si fa parte di comunità di adulti per la propria progressione personale, invece si preferisce che l’età adulta, che ormai è ritardata, perché l’adolescenza è prolungata, infatti si preferisce che rimangano nel clan fino a 25 anni e continuano la loro formazione personale e poi nei campi quando c’è bisogno di una mano vengono chiamati.

O. Può parlarci un po’ del JAMBOREE che è appena passato; l’ha vissuto in prima persona o le è stato raccontato?

R.F.  Sono andato al JAMBOREE in servizio, essendo un medico, ho fatto parte dell’echipe; poi ho anche fatto servizio di accoglienza degli ospiti, al JAMBOREE ci sono stati 80.000 persone visitatori. È stata una bella avventura, una scoperta di un mondo che si assomiglia tanto; è stato anche bello perchè è l’anno del centenario, poi io specialmente andai al JAMBOREE quando avevo la tua età.

O.  Ci sono tecniche scouts a noi italiani sconosciute che invece ha visto mettere in pratica ad altri ragazzi? Ce le può descrivere?

R.F.  Di tecniche scout si, sono fatte più professionali perché i capi sono più qualificati.

Un consiglio le cose bisogna farle bene come diceva Baden Powel “non importa voler fare le cose bisogna saperle fare”.

O. Deve essere stata una bella emozione, per chi era al JAMBOREE, svegliarsi la mattina del 1° agosto per celebrare questo grande compleanno, vero?

R.F.  Si è stato molto bello, anche perché ho fatto la promessa col nipote di Baden Powel.

A cura di Orazio Ciulo